Caro Alberto,
hai certamente ragione nel dire che le gerarchie del PD avrebbero cercato in ogni modo di impedire la realizzazione di un programma che contenesse i punti qualificanti di quello del M5S. Tuttavia, come è successo con il tentativo di eleggere Marini come presidente della Repubblica, un loro rifiuto a consentire un’azione di moralizzazione della vita politica avrebbe provocato la reazione della base. Secondo me il M5S avrebbe dovuto costringere il PD a scoprirsi e a mostrare le carte. Far cadere un governo per il rifiuto di tagliare gli stipendi ai parlamentari e tutto quello che ho detto avrebbe recato al PD un danno d’immagine enorme e probabilmente le sue forze interne desiderose di cambiamento avrebbero potuto emergere e far cadere gli attuali dirigenti. Provare non sarebbe costato nulla, mentre un successo avrebbe potuto essere davvero il modo per costringere la sinistra a rinnovarsi e a diventare finalmente strumento di rinnovamento dell’intero paese.
D’Alema sarebbe una iattura peggio di Marini e spero davvero anch’io che possa passare la candidatura di Prodi, anche se l’ipotesi Rodotà sarebbe ancora più limpida.
Se non ho colto male, le ultime notizie danno il M5S disponibile a sostenere un governo Bersani nel caso in cui questi e il PD votassero Rodotà. Se così davvero fosse, il M5S avrebbe fatto un passo politico ottimo, perché avrebbe costretto il PD a giocare allo scoperto e un suo rifiuto a far convergere i voti su Rodotà sarebbe a questo punto il segnale di un’evidente mancanza di concreta disponibilità alla collaborazione.
Un caro saluto.
Dario